"Adesso vedi di piantarla, ok? Sta iniziando."
"Sai che brividi..."
"Cazzo, se te ne stavi a casa era meglio, Malva."
"Ma vaffanculo! Cioè, vaffanculo, Ricky! Ti dò tutto il supporto che ti serve e tu ti metti a fare lo stronzo?"
"In realtà non mi servirebbe nessun supporto, ma passi... Comunque adesso silenzio!"
"Ma se ancora non c'è nessuno!"
"Intravedo del movimento sul palco..."
"Ma smettila!"
"Ssshhh!"
E da due file più indietro qualcuno replica il mio sibilo, solo un po' più nervoso di me.
"Che cosa fa la Sere?"
"Titania."
"Che?"
"La regina delle fate."
"Mmm"
"E il Paolone?"
"Lisandro."
"Quello che salta da una passera all'altra?"
"Sì. Dai, adesso zitto!"
Vi prego, fila avanti e fila dietro, non fate caso a lui! Non lo porterò mai più!
Inizia lo spettacolo e il Malva prova a mettere in scena il suo.
Per tutto il primo atto è un continuo strofinare, sbadigliare, tossire, chiamare, per poi dire: "No, niente, scusa!", agitare e voltarsi indietro, ogni due per tre, a osservare il pubblico in teatro.
"Malva. Stai un po' fermo!"
"Se ci sono sti sedili da nani non è colpa mia!"
"Stai buono. E' così per tutti."
"Teatro di mmerda."
Uno davanti si volta per un attimo.
Il Malva guarda me.
"Te l'ho detto. Stai facendo casino!"
"Ma io la spezzo quell'emorroide umana! Cazzo voleva?"
"Se continui così, ci buttano fuori!"
"Capirai... Gran perdita."
"Gran bella figura di merda, più che altro."
"Esagerato!"
"Senti Malva, se ti rompi il cazzo vai fuori. La Sere ci teneva che venissi a vederla!"
"Scusi tanto, signorino scrostafiga! Se fare lo zerbino con quella mignotta ti fa sentire più uomo, fai pure! Divertiti!"
"Fottiti Malva! Mignotta lo dici a qualcun'altra."
"No, fotti tu! Dal momento che non riesci a fottere lei!"
"Non la voglio in quel senso."
"Sì, come no? Solo perché adesso la vedi che cerca disperatamente di fare sesso interspecie con un uomo-asino! Ma prova a cascarle nel camerino anche solo per sbaglio, e vediamo cosa succede."
"Non hai capito niente! Mi piace il suo modo di affrontare la vita."
"Capisco. E del suo modo di affondarla la vita? Ne vogliamo parlare?"
"Che vuoi dire?"
"Non mi dire che hai già rimosso il ricordo di te che facevi il lampadario in quel cesso merdoso, il mese scorso?"
"E' stato un caso. E ho chiarito tutto."
"Chiarito o no, l'hai beccata proprio mentre recitava la parte del fodero con il minchione del Mario, o no? Una sua grande interpretazione, tra l'altro! Senza dubbio più divertente di questa merda!"
"E con questo? Credi me la sia presa?"
"Esatto. Credo che tu ti sia accecato di raspe tutta la notte."
"Ma piantala!"
"Io la pianto, ma tu la devi smettere di fare la vittima."
"Io faccio la vittima?"
"Proprio così, fai la vittima! Con quello sguardo da sega interrotta non otterrai mai niente nella vita!"
"Ha parlato quello arrivato! Sei l'ultima persona che può farmi la morale!"
"Ma se so vita morte e miracoli delle tue sfighe!"
"Ma non hai idea di quello che ci sta dietro, Malva. Non ne sai niente!"
"Certo che lo so! C'è dietro un grande cazzone fatto con le tue paranoie, che se ne sta lì appostato, pronto a sfondarti appena abbassi la testa."
"Paranoie?"
"Paranoie!"
"Senti chi parla Malva! Sei tu quello che si perde dietro ogni minima cazzata!"
"Può anche darsi... Ma almeno io non sto lì a lamentarmi sempre."
Torniamo tutti e due a guardare il palco. In silenzio, un po' scazzati dalla discussione.
Con la coda dell'occhio lo osservo, mentre cerco di farmi andare bene quello che mi ha appena detto.
Poi finisce il primo tempo.
"Va beh... Devo andare al cesso."
"Ok. Però guarda che l'intervallo dura poco."
"Scusa. Mi sono dimenticato a casa il pappagallo."
Appena il Malva esce dalla sala, mi alzo e raggiungo la maschera.
"Scusi."
"Sì?"
"Dove sono i camerini? Ho un pacco da consegnare."
"Deve uscire da là, dietro il tendaggio, vede? E' l'accesso alle quinte."
"Grazie."
"Le pare. Però dovrà rimandare alla fine dello spettacolo. Adesso non si può."
"Beh, ma si tratta solo di cinque minuti."
"Mi dispiace, non è proprio possibile. Alla fine del secondo tempo potrà raggiungere gli attori."
"Va bene. Allora tornerò dopo. La ringrazio."
Mi siedo di nuovo e arriva il Malva.
"Mi hanno bloccato."
"Come?"
"Non ho potuto consegnare il libro."
"Ah."
"Sarà per non disturbare gli attori. Che controlli severi, però. Non credevo."
"Controlli inutili, comunque."
"Perché?"
"Beh, ero dalla Sere un attimo fa."
No, dai. Ma perché ogni volta il diavolo gioca dalla sua parte e dio se ne resta in panchina?
"Come, eri dalla Sere?"
"Adesso. Ero dalla Sere."
"Cioè, stavi di là."
"Sì."
"Come... Come cazzo..."
"Non la tenevo più. Ai bagni c'era una fila infinita e sono andato nei camerini. Ci ho preso, non c'era nessuno!"
"E lo credo! Mica puoi andare a rompere i coglioni agli attori a metà spettacolo."
"Ma stai relax ogni tanto, minchia! La Sere non mi è sembrata dispiaciuta, anzi..."
"L'hai vista?"
"Eh, sì."
"E come... Cioè, nel senso, lei ti ha visto? Sa che siamo qui?"
"No. Era... Un po' impegnata, diciamo."
"Beh, ok, però potevi almeno farti vedere, già che eri lì. Mi aveva detto che ci teneva tanto. E poi tutto lo sbatti che mi sono fatto per cercare questo saggio sul teatro. Cioè ci stava, no?"
"Sì, sì, niente da dire."
"Allora?"
"Allora cosa?"
"Beh, ma non l'hai nemmeno salutata?"
"No e, anzi, faremmo meglio ad assaltare il kebabbaro, appena finito qui."
"Va beh... Le consegno il regalo e poi andiamo."
"Daglielo domani, va là."
"Ma scusa, no! Ho perso mezza giornata, ho saltato il calcetto! Glielo dò adesso, no?"
"Sì, sì, no. Era così, per dire..."
Mi si sta accendendo una lampadina.
"Per dire che?"
"Niente."
"Niente, cioè?"
"Cioè niente."
"Dai, cosa c'è?"
"Ma niente! Dico solo che sarà presa da saluti, giri, attori. Cose così..."
"Attori?"
"Siamo in un teatro, no?"
"Sì."
"Eh, e io che ho detto? Attori."
"Mmm. E vuoi che non troviamo un minuto? Maddai!"
"Ah, se è per questo lei di minuti ne trova sempre a pacchi."
"Che vuoi dire?"
"Beh, senti ciccio. Io ci ho provato a girarci intorno, ma tu sei masochista..."
"Che cazzo vuoi dire?"
"Ufff. Te la sei cercata. Hai presente quello che fa Biberon?"
"Oberon, vuoi dire?"
"Quello lì."
"Eh, che fa?"
"Beh... Ha dato il cambio all'asino. E, da quello che ho sentito, pare che ci sappia proprio fare."
FINE PRIMA PARTE
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