Un lavoro di tre mesi ancora insoluto e oltre alle coordinate bancarie non siamo mai andati.
Una volta il tizio delle buste paga ha pure cercato di fottermi una percentuale.
Non lo si pensa, vero? Ma, a volte, la vita del killer è davvero stressante.
Appendo la cornetta ancora più scettico del solito.
Mi dicono, passa da noi sta sera. Ti paghiamo e ti piazziamo un altro lavoro.
Va tutto benissimo, quindi. In teoria.
Mi sono fatto tre scalpi, l'ultimo anno. E me ne hanno pagato mezzo. Il primo è andato a vuoto perché il mio mandante ha sbagliato persona, e il secondo... Beh, il secondo non è tecnicamente morto per mano mia. E quindi metà prezzo.
L'ho mandato in rianimazione, e quelli me lo stavano salvando. Fortuna che un ragazzino neolaureato ha preso dentro il defibrillatore, tirandolo giù in terra. Così non hanno fatto in tempo e la mia consegna è schiattata in ospedale.
Tutte ottime scuse per non pagarmi, ovviamente.
I nuovi datori di lavoro sono dei vampiri. Ma quanti ne devo accoppare per arrivare a fine mese?
Comunque 'sta sera farò la voce grossa, e accetterò anche il nuovo lavoro, che fa sempre buona impressione.
Arrivo al locale del boss in perfetto orario.
"Capo."
"Pallino! Eccoti qui!"
Sarà questo soprannome a portarmi sfiga?
"Sono venuto qui, come mi è stato detto."
"Infatti, infatti... Tu e Ppinco siete bbravi ragazzi."
Pinco, già. Ma non è mio fratello.
E tra l'altro Pinco è peggio. E' morto.
"Grazio, capo. Grazie. Ha gradito il lavoro?"
"Ecco, è proprio di questo che vorrei discutere?"
"Certamente."
"Che hai combinato, Pallino?"
"Che?"
"Ma er cadavvere ner naviglio, Pallino! Ma che te sarta en testa?"
"Che mi salta addosso, vorrai dire. Quello mi ha reagito."
"Hoccapito che t'ha reaggito, ma sei annato a pijarlo al monumentale. L'hai 'nzeguito per tutta Milano?"
"Ehm, no. Lui ha inseguito me."
"Eh?"
"Massì, dai. Prima regola: se fallisci scappa."
"Ma che disci?"
"Certo. Pinco si è fottuto in questo modo."
"Si è fottuto?"
"Sì... E' morto perché è stato beccato."
"Aaaaaah. Certo... Pinco. Pace all'anima sua. Comunque..."
"Mi scusi se la interrompo boss, ma non è che si potrebbe saldare il conto."
"Ma er conto è apposto."
"Ehm, veramente mancherebbe l'ultimo lavoro, quello del banchiere."
"Aaaah, quante volte lo devo ripetere, Palli'? Non l'hai ucciso tu, ma l'ospedale!"
"Sì, ma ce l'ho mandato io!!"
"Capirai, è pieno de gente che ce va e ce viene fresca come 'na rosa."
"Perché non hanno incontrato me..."
"Vabbè, sta a senti'. Per i sordi, ce pensiamo. Adesso mi servi per una cosa più urgente."
"Eh... Vabbe... Checcè?"
"Passa sul retro. Il Guerscio te darà il dettagli."
"Così, adesso?"
"Adesso, adesso. Scatta."
"Vabbè, ma poi facciamo i conti, eh zio Nino? Non posso andare avanti così."
"Non parlami così, o mi diventi come qualunque altro!"
"..."
Zio Nino vede sparire Pallino nel retro e fa un gesto a un tizio.
Apro il magazzino ed entro. Il solito tanfo di chiuso, giusto perché gli affari vanno a gonfie vele.
Poi sento uno scatto.
Mi giro.
C'è Pinco.
Pinco?
"Pinco! Ma non eri morto?"
"No amico. Dei due, il qualunque sei tu."
BANG! BANG!
1 commento:
Ahò, macchi era Lèon a confronto ?!
Li mortacci sua...
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